Assuero Vanni
Nel febbraio del 1922, quand'era segretario della Sezione comunista di Prato, Vanni fu arrestato per omicidio. Lo si accusava dell'assassinio del capo squadrista Federico Guglielmo Florio. Dopo un periodo di detenzione, allorché si accertò che il fascista Florio era stato ucciso da altri e per motivi personali, l'operaio tessile fu scarcerato. Ma Vanni tornò in carcere cinque anni dopo: questa volta l'accusa era di attività sovversiva e il Tribunale speciale lo condannò a 5 anni di confino.
Mandato a Lipari, l'operaio poté tornare libero soltanto nel 1932 e, a Prato, riprese la lotta al fascismo militando nella locale organizzazione comunista clandestina. Due anni dopo Assuero Vanni fu di nuovo arrestato e, il 2 gennaio 1935, condannato a 8 anni di reclusione.
Riacquistata la libertà nel 1942, il generoso antifascista, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, fu tra gli organizzatori della Resistenza a Prato e, sino alla Liberazione, militò nelle SAP della città. Nel primo dopoguerra Vanni fu nominato segretario del Sindacato provinciale dei lavoratori tessili. Per anni si spese nell'attività di sindacalista sino a che non morì, mentre si recava in ciclomotore ad una riunione, in un incidente stradale.
A Prato gli hanno intitolato una via.