Ateo Tommaso Garemi
È stato, dopo i militari di Cefalonia, uno dei primi tra gli oltre quarantaquattromila Caduti della Guerra di liberazione. Figlio di operai emigrati in Francia, faceva il taglialegna quando, a soli diciassette anni, accorse nelle Brigate Internazionali in Spagna. Nel 1940 aderì al Partito comunista francese e, dopo l'occupazione tedesca, entrò nelle file del "maquis".
Tra i più audaci combattenti della regione di Marsiglia, Ateo Garemi, dopo l'8 settembre 1943, tornò in Italia e divenne l'organizzatore e il primo comandante dei GAP di Torino. Tra le sue prime azioni, un volantinaggio contro i nazifascisti in un cinema torinese, con l'interruzione dello spettacolo. Il 25 ottobre 1943, insieme all'anarchico Dario Cagno, Garemi abbatte a colpi di pistola il seniore della Milizia Domenico Giardina (capo dell'Ufficio matricola e arruolamento della RSI), scambiandolo probabilmente con il famigerato Piero Brandimarte.
Due giorni dopo Garemi e Cagno, per una delazione, sono arrestati dalla polizia fascista. Resistono alla tortura e, processati dal Tribunale speciale di Torino, sono condannati a morte. Al processo, Garemi dichiara ai giudici: "Sono ritornato dalla Francia per combattere contro l'invasore e i traditori fascisti. Ho giustiziato il seniore Giardina, perché sapevo che era uno dei più crudeli tra i venduti all'oppressore. Mi considero un soldato del popolo e sono fiero di aver saputo fare il mio dovere. So bene che mi fucilerete, ma non sono io che devo avere paura: dietro di me vi è la classe operaia e il popolo italiano. L'arma che mi cade di mano sarà raccolta".
Il giovane gappista fu fucilato con Cagno nel cortile della caserma "Monte Grappa", dove nel dopoguerra fu apposta una lapide a ricordo. Subito dopo la morte di Garemi, per onorarne la memoria, il suo nome è stato dato alla 45a Brigata Garibaldi operante nel Veneto e che, in seguito, divenne Gruppo Divisioni "Garemi".