Attilio Clerici
Lavorava alla Borletti, ove era stato assunto quando era riuscito a tornare in Italia dopo la disastrosa ritirata dell’ARMIR dalla Russia.
Allorché nella fabbrica si ebbe sentore che i tedeschi si apprestavano a deportare in Germania il 20 per cento della forza lavoro dell’azienda, Clerici, come altri suoi compagni, non si presentò più nello stabilimento e si nascose nelle campagne di Quinto Romano.
Se ne allontanò dopo il feroce rastrellamento compiuto dai militi della “Muti” e, raggiunto l’Oltrepò pavese, divenne partigiano della 88ma Brigata Garibaldi “Walter Casotti” operativa nella zona.
Durante un rastrellamento il giovane operaio, dopo un violento scontro a fuoco, fu abbattuto dai tedeschi che ne trascinarono il cadavere là dove altri due suoi compagni erano stati costretti a scavarsi la fossa per finire, a loro volta, fucilati.
Dopo la Liberazione l’ANPI (che ha provveduto a collocare a Quinto Romano una lapide in memoria dei Caduti), ha intitolato ad Attilio Clerici la Sezione di Quarto Cagnino e Quinto Romano.