Attilio Tempia
Abitava a Cavaglià (VC), dove lavorava, quando fu chiamato alle armi. Era mobilitato come autiere del Corpo automobilistico dell'Esercito, e sopravvenuto l'armistizio, riuscì a tornare al suo paese. Ma Attilio Tempia non restò a lungo a casa. Il 3 marzo 1944 l'operaio vestiva già i panni di garibaldino e col nome di battaglia di "Bandiera I" ("Bandiera II" era un suo fratello), aveva assunto il comando di una squadra di partigiani della II Brigata. Due mesi dopo guidava un distaccamento della 183a Brigata Garibaldi "Adriano Caralli"; nel luglio era vice comandante di Brigata della 183a e commissario politico della formazione. Come dice la motivazione della Medaglia alla memoria, "nel corso di numerosi combattimenti era di esempio ai suoi commilitoni per coraggio, perizia, serena calma nel pericolo". "Bandiera I" fu catturato dai nazifascisti durante un rastrellamento. Condannato a morte, fu fucilato a Ivrea. A Cavaglià, nel dopoguerra, una via è stata intitolata ad Attilio Tempia.