Balilla Grillotti
Grillotti, durante il regime, portava quel suo nome con una certa baldanza. Sapeva che suo padre non glielo aveva imposto in omaggio al fascismo, ancora tragicamente di là da venire (il papà, vicesindaco socialista di Montignoso, fu ucciso dagli squadristi nel 1922), ma in ricordo di quel Giovanni Battista Perasso che, nel 1746, con il lancio di un sasso, diede il via alla rivolta che avrebbe cacciato gli austriaci da Genova. Anche quest'operaio genovese avrebbe voluto assistere, duecento anni dopo, alla cacciata degli occupanti, ma un delatore glielo ha impedito. Grillotti era andato a cercarsi un lavoro nel capoluogo ligure dopo l'assassinio del padre e dopo che lui stesso era stato arrestato e incarcerato per attività antifascista. Il che non l'aveva dissuaso dall'essere attivo, durante il regime, nell'organizzazione comunista clandestina della Val Polcevera. All'armistizio Grillotti era diventato responsabile di zona del PCI e, poco dopo, vice comandante dei GAP di Genova, con i quali partecipò alle più rischiose azioni di guerriglia. Catturato il 19 luglio1944, torturato alla Casa dello studente, processato dieci giorni dopo, Balilla Grillotti fu condannato a morte e fucilato, un'ora dopo la sentenza, insieme con altri quattro patrioti. Il suo nome fu assunto da una formazione partigiana e, nel dopoguerra, gli fu conferita la Medaglia d'Argento al Valor Militare alla memoria.