Benedetto Dalmastro
Richiamato come ufficiale di complemento, l'8 settembre 1943 Dalmastro si trovava nella caserma "Cesare Battisti" a Cuneo, sede del 2° Reggimento Alpini, a due passi dalla casa dell'amico Duccio Galimberti. Frenetici contatti tra i due e poi un gruppo di ufficiali decide di raggiungere le montagne. Una parte va con Galimberti in Val di Gesso, gli altri ufficiali - tra i quali Giorgio Bocca, di cui Dalmastro sposerà poi la sorella - seguono "Detto" (questo il nome di Dalmastro tra gli amici e durante la Resistenza), in Valle Grana. Nascono così la prime formazioni di "Giustizia e Libertà". Diventeranno poi le Divisioni e che avrebbero dato un gran filo da torcere ai nazifascisti. Anche perché "Detto"; grande organizzatore, sarebbe riuscito a realizzare un'intesa con i "maquisards" francesi, siglata con Galimberti il 22 maggio 1944. Comandante della II Divisione Alpina "GL" del Cuneese fin dalla sua costituzione, "Detto" alla fine del marzo 1945 fu nominato commissario politico del 1° Gruppo Divisioni "GL" che erano state intitolate a Duccio Galimberti. Subito dopo la Liberazione resse la segreteria organizzativa torinese e piemontese nel Partito d'Azione. Nel 1947, allo scioglimento di quel partito, Dalmastro entrò nel Partito socialista, nel quale sarebbe restato sino alla morte, che lo colse nel pieno della sua attività di dirigente industriale, svolta alla testa delle "Cartiere Burgo" e di numerose altre società, tra cui la Cassa di Risparmio di Cuneo. L'attività professionale non limita quella in campo politico-culturale di "Detto". Dal 1964 è presidente dell'ANPI di Cuneo. Nel ventennale della Liberazione dà vita all'Istituto storico della Resistenza di Cuneo. Presiede sino alla morte, succedendo a Franco Antonicelli, l'Archivio nazionale cinematografico della Resistenza. Un turbinio d'impegni, tra i quali risalta quello per far erigere, a Cuneo, il "Monumento alla Resistenza Italiana", opera di Umberto Mastroianni.