Berardo Taddei
Si era iscritto giovanissimo alla Gioventù comunista e nel 1926 era stato delegato dei giovani di Teramo al X Congresso di questa organizzazione, che si svolse sulle montagne del Biellese. Nello stesso anno il giovane antifascista fu arrestato per aver diffuso materiale di propaganda contro il regime, che lui stesso aveva stampato. Taddei, deferito al Tribunale speciale, fu processato nel luglio del 1927 e condannato ad 1 anno e 8 mesi di reclusione. Scontata la pena e tornato in Abruzzo lavorò come barbiere a Teramo, senza mai interrompere i contatti con gli ambienti antifascisti clandestini, tanto che nel 1942 poté costituire con altri compagni un Comitato segreto di azione che, dopo l'8 settembre 1943, diede vita alla Resistenza teramana, della quale Taddei fu elemento propulsore. Nel dopoguerra, trasferitosi a Verona, tornò a fare l'artigiano, ma senza mai abbandonare l'impegno sociale e politico. È stato, infatti, sempre attivo nelle locali organizzazioni del PCI e dell'Associazione nazionale perseguitati politici italiani antifascisti e ha pubblicato vari libri: Donne processate dal Tribunale speciale;1927-1943; Veronesi nella Spagna repubblicana; I Veronesi deportati dai nazisti.