Bortolo Pezzutti
La vigilia di Natale del 1944, Bortolo Pezzutti si era recato da Costa Volpino (Bergamo), dove abitava, a Lovere per andare al cinema. Nel locale fu notato, per un foulard rosso che portava al collo, da alcuni fascisti della Legione "Tagliamento". All'intimazione di togliersi immediatamente quel fazzoletto, il ragazzo rispose con un diniego. Fu subito arrestato e, qualche giorno dopo, consegnato alle SS di Brescia. Internato a Bolzano, Bortolo fu massacrato di botte nella "cella nera" la notte di Pasqua del 1945 e sventrato da Michael Seifert e dal suo commilitone Otto Sain ("con un oggetto tagliente", com'è scritto nella sentenza del Tribunale militare di Verona che, nel 2000, ha condannato all'ergastolo, in contumacia, Mischa Seifert).
Seifert, allora caporale delle SS, dal 1951 abitava in Canada. Dopo la sentenza veronese è stato arrestato a Vancouver. Nell'Alto Sebino, dove Bortolo Pezzutti non è stato dimenticato, un comitato che porta il suo nome e il Circolo culturale "Gambini" hanno avviato, nel marzo 2007, una raccolta di firme perché "Mischa" fosse estradato in Italia, come è poi avvenuto nel febbraio del 2008.
Sull'orrenda morte di Bortolo Pezzutti, una commovente poesia in dialetto è stata scritta da Egidio Meneghetti, anch'egli passato dal Lager di Bolzano.