Bruno Vigorelli
Dopo l'8 settembre 1943, sottotenente di complemento, era riparato con la famiglia in Svizzera, per sfuggire alla polizia fascista che aveva individuato i Vigorelli come appartenenti alla Resistenza. Bruno era poi rientrato in Italia, col fratello Adolfo, al seguito di Dionigi Superti, comandante della Divisione autonoma "Valdossola". Incappati in un massiccio rastrellamento nazifascista, durante uno scontro con i tedeschi Bruno, (mentre cercava di portare aiuto a un compagno ferito), morì cadendo in un burrone. Nella casa di Milano di via Ponzio, 48, dove i Vigorelli abitarono, è stata posta una lapide su cui si legge: "Per ricordare/Bruno e Fofi Vigorelli/e quanti immolarono/la giovinezza ardente/per la libertà/per la pace/in ogni focolare in ogni cuore/gli abitanti di questa casa/memorando il loro sacrificio/per sempre".