Camillo Marmiroli
Nato in una famiglia proletaria, aveva partecipato alla Seconda guerra mondiale come sergente di Fanteria. In Jugoslavia era stato testimone delle atrocità commesse dai fascisti contro quelle popolazioni.
Rientrato in Italia dopo l’armistizio, il sottufficiale era subito entrato nella Resistenza col nome di battaglia di “Mirko” ed aveva combattuto sino alla Liberazione, diventando vice comandante della 144° Brigata Garibaldi.
Nel dopoguerra Camillo Marmiroli era stato decorato di Medaglia d’argento, soprattutto per il suo comportamento al Passo della Sparavalle il 10 giugno 1944.
Questa la motivazione della ricompensa al valore di “Mirko”: “Sottufficiale di fanteria sottrattosi alla cattura in territorio straniero, si univa volontariamente alle formazioni partigiane. Nei numerosi combattimenti cui prendeva parte, si distingueva per abilità e perizia nell’impiego delle armi, per capacità e senso di responsabilità nelle funzioni di comando, per ardimento e sprezzo del pericolo. Durante una massiccia operazione repressiva nemica, concorreva, col tiro fermo e preciso della sua mitragliatrice, ad infliggere dure perdite a gruppi motociclisti avversari di avanguardia, continuando nella micidiale azione di fuoco nonostante fosse stato attaccato, accerchiato e colpito a un ginocchio”.
Dopo la Liberazione Marmiroli aveva ripreso il suo lavoro di artigiano tappezziere, ma fu per anni ed anni sempre impegnato nell’attività dell’ANPI e dell’ISTORECO di Reggio Emilia. Particolarmente importante la sua assidua presenza, con giovani italiani e stranieri, alle camminate sui “sentieri partigiani”, che sempre si trasformavano in lezioni di antifascismo.
Il 23 gennaio 2010, Marmiroli e il coetaneo Paride Allegri (partigiano col nome di battaglia di “Sirio” durante la Resistenza), che compivano i 90 anni, erano stati festeggiati, da giovani iscritti all’ANPI ed ex partigiani, al canto di “Bella ciao”.