Carlo e Nello Rosselli
Carlo, ufficiale degli alpini, ferito al fronte del primo conflitto mondiale, professore universitario; Nello, allievo a Firenze di Gaetano Salvemini, storico e docente universitario. Il primo orientato verso idee socialiste, il secondo simpatizzante liberale, vicino a Giovanni Amendola. Entrambi antifascisti attivi, subiscono numerosi arresti, aggressioni, devastazioni dell'abitazione fiorentina, ammonizioni di polizia.
Carlo, nel 1926, fonda e dirige il settimanale di ispirazione socialista Quarto Stato; arrestato nuovamente è assegnato al confino nell'isola di Ustica - assieme al fratello Nello - e successivamente a Lipari.
Nel 1929, unitamente a Fausto Nitti ed Emilio Lussu, Carlo fugge da Lipari e, via mare, si rifugia in Francia. Fondatore e dirigente del movimento "Giustizia e libertà", nel '36 accorre in Spagna, combatte nelle Brigate internazionali, resta ferito a Monte Pelato. Nel frattempo Nello è di nuovo arrestato e confinato a Ponza; qualche tempo dopo riesce ad espatriare raggiungendo in Francia il fratello Carlo rientrato dalla Spagna per curarsi a Bagnoles de l'Orne.
Nei pressi della cittadina francese, i due fratelli cadono nell'agguato teso loro da alcuni sicari del gruppo filofascista La Cagoule e sono massacrati a colpi di arma da fuoco e coltellate; mandanti del duplice omicidio, Mussolini e suo genero Galeazzo Ciano, alcuni ufficiali del SIM (Servizio informazioni militari), come ha provato l'istruttoria giudiziaria condotta a Roma nel 1944-45.
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in occasione dello scoprimento di una lapide in memoria di Carlo Rosselli a Milano, nel luogo in cui trascorse nel 1926 il suo soggiorno milanese e che divenne la sede della redazione della rivista Quarto Stato, fondata insieme a Pietro Nenni, ha inviato un messaggio ai promotori dell'iniziativa.
Il messaggio di Napolitano dice: "Questo incontro costituisce, nel 73° anniversario dell'assassinio di Carlo e Nello Rosselli, un doveroso omaggio alla memoria di quelle due grandi figure dell'antifascismo italiano, che con il loro coraggioso impegno civile e politico avevano chiamato in tutta Europa alla mobilitazione e alla lotta contro i regimi totalitari, contribuendo a restituire all'Italia la libertà e la democrazia. Nel ricordare la viva attualità della visione politica dei fratelli Rosselli, sintesi feconda fra principi liberali e democratici, nucleo centrale del socialismo liberale, e nell'auspicio che il rigore e la coerenza con cui testimoniarono i propri ideali continui a rappresentare un esempio, soprattutto per le giovani generazioni, rivolgo alle autorità presenti, ai rappresentanti delle Associazioni partigiane e a tutti i partecipanti il mio caloroso saluto.
Roma, 9 giugno 2010".