Carlo Enrico Galimberti
Fratello di Duccio Galimberti, nel 1942 entrò con lui nel Partito d'Azione clandestino. All'indomani della caduta di Mussolini, fu membro del Comitato interpartitico antifascista costituitosi a Milano e, dopo l'8 settembre 1943, prese parte alla Guerra di Liberazione. L'ingegnere s'impegnò subito nell'organizzazione di gruppi clandestini nelle fabbriche e si fece carico dei collegamenti radiotelegrafici con le centrali dei servizi anglo-americani, collegate alla Resistenza del Nord, e con Ferruccio Parri. Braccato dalla polizia fascista, che ne aveva individuato l'attività, Galimberti, per decisione del Comando Alta Italia delle formazioni "Giustizia e Libertà", alla fine del 1943 si trasferì a Genova. Nel capoluogo ligure riprese l'attività clandestina, sotto il falso nome di Giuseppe Luciano di Caserta e fu designato dall'Esecutivo del PdA a far parte del CLN genovese. Decorato per il contributo dato alla Resistenza, l'ingegnere riprese nel dopoguerra la sua professione. Galimberti, che è stato tra i dirigenti della Società Idroelettrica Piemontese, ha lasciato numerosi scritti scientifici e molti importanti libri di elettronica, tradotti in varie lingue. All'apertura del suo testamento, si apprese che Galimberti aveva donato al Comune di Cuneo la casa natale. Diventato "Casa Museo", l'edificio ospita una ricchissima biblioteca e una pinacoteca.