Carlo Jori
Militante antifascista, finì per essere arrestato per la sua attività di propaganda contro il fascismo. Per tre anni, dal 1938 al 1941, era stato confinato in Calabria. Tornato in libertà alla caduta del regime, Mimmo (questo il suo nome di copertura), aveva subito ripreso l'attività politica e, dopo l'8 settembre del 1943, fu tra gli organizzatori della Resistenza in Piemonte. Combattente nella 21a Brigata SAP, Mimmo fu catturato dai repubblichini a Torino e lungamente torturato nella Casa Littoria. Fu quindi portato davanti ad un tribunale fascista che lo condannò a morte. Prima di essere fucilato con altri quattro partigiani, Carlo Jori riuscì a far avere una breve lettera a sua madre nella quale era scritto: "Il destino ha voluto così, cerca di non spaventarti, abbi coraggio come ne ho io. Ti chiedo perdono del male che ti ho arrecato qualche volta. Il mio destino è sempre stato un po' tragico, così fino alla fine. Ma non importa. Devi essere fiera. Verrà un giorno in cui comprenderai che il mio sacrificio non è stato vano".