Carlo Lazzerini
Il senatore del Partito Democratico Lionello Bertoldi, alla notizia della scomparsa del professor Lazzerini, lo aveva ricordato con queste parole: “A qualcuno devo confessare la mia tristezza. Se ne è andato… un filosofo dell’antifascismo e dei suoi valori. È stato giovanissimo insegnante, prima per mia moglie, poi per i miei e suoi figli. Per trent'anni fu il professor Lazzerini, che attrezzava alla critica l'intelligenza dei nostri figli.
Arrivò a Merano nel 1945, reduce dai lager in Polonia. Era ammalato e pesava 39 chilogrammi. I nazisti lo avevano trascinato nei Lager della Polonia da Corfù, dopo l'otto settembre. Vi rimase come Internato Militare Italiano due anni, rifiutando il nazifascismo.
Questa parte della sua vità non la raccontò mai a nessuno di noi . Non la raccontò a “Corsi” - Andrea Mascagni - di cui fu grande amico, non la raccontò ai suoi colleghi insegnanti dell'ADESPI, l’associazione che fondò per i problemi della scuola in Alto Adige, ma anche per la formazione dell'autonomia, come superiore forma della democrazia italiana.
Non fu mai iscritto all’ ANPI, anche se rimase presidente in pectore del circolo culturale dell'ANPI. Lo sapevamo amico e lo trovavamo con noi in ogni comitato antifascista.
Bastava infatti la sua parola per trovarsi con lui nel solco democratico più progressista. Si trovava bene con tutti, meglio con Nella e con Andrea Mascagni, la coppia partigiana, che raggiungevamo assieme a Trento.
Poi Nella, Lilli e Andrea Mascagni se ne andarono e io lo persi di vista.
Ora se ne andato in silenzio, come tutti i saggi. Rimane il mistero di quante lauree avesse ottenuto e quanto grande fosse la sua sterminata biblioteca. Spero di non rimpiangerlo troppo, guardandomi in giro.”