Carlo Malaguti
Cresciuto in una famiglia di antifascisti, quando fu annunciato l'armistizio lasciò Bologna, dove assolveva gli obblighi militari come autiere, ed entrò subito nella Resistenza. Militò così nella 7ª Brigata GAP, attiva a Castel Maggiore, a Castenaso e nel capoluogo. Il giovane, durante i primi mesi della lotta antinazista, fu particolarmente impegnato nell'accompagnare a Monte Calderaro, dove era stata allestita una base di smistamento di partigiani, i giovani che intendevano combattere contro i tedeschi e i fascisti. Carlo Malaguti ("Nino" il suo nome di battaglia), fu anche particolarmente attivo, col padre Gaetano, nell'organizzazione del grande sciopero "contro la fame e la guerra" del marzo del 1944. Era comandante del battaglione di Castenaso della settima GAP durante la battaglia di Porta Lame, nella quale (era il 7 novembre 1944) i partigiani di Castenaso e quelli di Castel Maggiore colsero di sorpresa i nazifascisti. Con Carlo c'era anche la sorella Carolina, allora ventenne, che fu decorata di medaglia di bronzo dopo la Liberazione con questa motivazione: «Valorosa partigiana di una brigata Gap, sorella di eroico comandante partigiano caduto, nonostante fosse fortemente indiziata, prendeva parte attiva alla lotta e partecipava a duri combattimenti distinguendosi per virile coraggio, ardimento e sprezzo del pericolo, sempre di esempio e di incitamento a tutti i suoi compagni». Carlo Malaguti cadde in un combattimento con i tedeschi in via Croce Coperta di Corticella.