Carlo Pizzorno
Laureando in Giurisprudenza all'Università di Torino, dove i suoi si erano trasferiti da Pinerolo, al momento dell'armistizio Pizzorno era allievo ufficiale di Cavalleria. Dopo lo sbandamento dei reparti, iniziò subito l'attività clandestina come comandante di distaccamento di una SAP torinese di ispirazione cattolica. "Carluccio" (questo il nome di battaglia di Pizzorno), tradito da una spia, fu arrestato il 18 agosto del 1944. Dopo essere stato torturato, comparve davanti a un Tribunale Co.Gu. (controguerriglia), formato da ufficiali delle Brigate Nere, della Guardia Nazionale Repubblicana e dell'esercito della RSI. Condannato alla pena capitale, "Carluccio" (che dalle carceri Nuove riuscì a far pervenire a suo padre una lettera, nella quale perdonava i suoi assassini), fu fucilato al "Martinetto" poche ore dopo la sentenza. Con lui furono eliminati gli antifascisti Oreste Armano, Francesco Massai Landi, Ferruccio Valobra, Walter Carmellino e Giuseppe Bocchiotti. Portano il nome di Carlo Pizzorno strade di Torino e di Romagnano Sesia. A Torino, sulla casa dove abitava in corso Inghilterra, una lapide ne ricorda il sacrificio.