Carlo Vignini
Perseguitato dal regime fascista, il notaio aretino durante la Seconda guerra mondiale era sfollato a Policiano. Nei giorni immediatamente seguenti l'8 settembre 1943, Vignini si diede a organizzare la Resistenza e il 15 settembre 1943 entrò nel gruppo «Alfredo Vestri». Si occupò soprattutto dell'assistenza ai prigionieri inglesi e francesi tornati in libertà, indirizzandoli verso le formazioni partigiane. Nella seconda decade di giugno del 1944, venne catturato dai tedeschi. Deportato nel campo di concentramento di Dachau, fu sottoposto a torture ed a sevizie incredibili. Morì, fra sofferenze atroci, dopo alcuni mesi. Nel Liber Chronicus della parrocchia di Policiano, don Emilio Stopponi annotò "...il commissario Alfredo Vestri, il partigiano Ivo Tani ed il notaio dottor Carlo Vignini, in seguito a delazione di spie locali, sono presi dai tedeschi: i primi due sono trucidati e l'altro è deportato in Germania, ove è deceduto...". Dario Venegoni, nel suo Uomini, donne e bambini nel Lager di Bolzano. Una tragedia italiana in 7982 storie individuali, ne registra il passaggio, proveniente da Milano, nel lager allestito dai tedeschi in Alto Adige e la partenza per Dachau.