Cesare Goi
Rifiutando di essere arruolato nell'esercito della RSI, il ragazzo aveva lasciato il suo paese e, raggiunto il Piemonte, si era unito ai partigiani garibaldini della "Volante Ross". Con loro aveva partecipato a numerose, audaci azioni contro i nazifascisti. Trovò la morte dopo aver giocato uno scherzo al podestà fascista di Romentino (Novara). Indossate le divise della X Mas, che avevano avuto modo di procurarsi in una precedente azione, Cesare Goi e i suoi compagni si presentarono nella sede comunale. Accolti molto cordialmente dal podestà, che li trattenne anche a pranzo, i giovani, ancora eccitati per la riuscita della beffa, si diressero verso l'autostrada per Milano e, arrivati al ponte sul Ticino, attaccarono una postazione tedesca. Fu in questo frangente che, com'è ricordato nella motivazione della ricompensa al valore, Goi, "cooperava con prontezza e coraggio a risolvere una situazione resasi particolarmente difficile. Ferito a morte da un nemico, da lui stesso ferito in precedenza e generosamente risparmiato, cercava di usare l'arma per la difesa dei compagni e rifiutava un aiuto che poteva compromettere la malsicura ritirata." Al giovane partigiano caduto fu subito intitolato il 3° Battaglione della "Volante Ross". Il nome del ragazzo, dopo la Liberazione, è stato dato ad una strada del suo paese natale.