Cesare Maestri
Partigiano garibaldino era entrato nella Resistenza anche in seguito alle persecuzioni cui i nazifascisti sottoposero il padre. Toni Maestri, infatti, dopo l'occupazione tedesca, era stato condannato a morte per "attività antiaustriaca" per fatti avvenuti 25 anni prima. Lui e il figlio erano così riparati a Ferrara, di dove si allontanarono quando seppero che la polizia era sulle loro tracce. Decisero allora di tornare nel Trentino, dove Cesare entrò in una formazione partigiana e, sino alla Liberazione, di batté contro i nazifascisti. Al termine del conflitto Cesare visse due anni a Roma. Agli studi di storia dell'Arte alternava l'attività politica, sino a che non decise di tornare tra le montagne dove si era battuto per la libertà. Cominciò così quell'attività alpinistica che avrebbe portato Cesare Maestri a diventare "il ragno delle Dolomiti". Ha effettuato nella sua vita, in Italia e nel mondo, circa 3.500 salite, un terzo delle quali compiute "in solitaria", anche in età avanzata. Maestri vive da oltre 40 anni a Madonna di Campiglio; con la moglie Fernanda vi conduce una bottega che porta il nome dello scalatore, alternando l'alpinismo alla scrittura di articoli per giornali e riviste e libri autobiografici. Nel 2002 ha ancora organizzato in Tibet una salita al Shisha Pangma (una delle vette superiori agli 8.000 metri della Terra), chiamandola "A 8000 for peace". Per la sua attività alpinistica e per l'impegno che ha sempre profuso in difesa dell'ambiente, della democrazia e della libertà, Cesare Maestri ha ottenuto molti importanti riconoscimenti: socio onorario del Club Alpino Italiano è stato insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica Italiana, della Medaglia di bronzo al merito civile, e dello scozzese "Ordine del Cardo".