Cesare Massai
Già nel 1937 militava in un’organizzazione antifascista che entrò presto a far parte del Partito comunista, al quale Massai aderì nel 1938. Arrestato nello stesso anno e deferito al Tribunale speciale, il giovane operaio, che abitava nel popolare quartiere di San Frediano, fu condannato nel 1939 a sette anni di prigione.
Scarcerato il 25 luglio del 1943 Massai, dopo l’8 settembre entrò nella Resistenza fiorentina come partigiano della formazione “Stella rossa” che era al comando del tassista Faliero Pucci.
Chiamato a Firenze sul finire del 1943 per assumere il comando dei GAP del capoluogo toscano, da allora Massai partecipò alle più importanti azioni compiute dai gappisti fiorentini. Nel maggio del 1944 fu trasferito a Pisa come ispettore della delegazione del Comando Brigate Garibaldi della Toscana e dopo la Liberazione ricoprì incarichi di organizzazione alla Federazione di Arezzo del PCI. Fu poi responsabile dell’Ufficio Quadri della Federazione comunista di Firenze e segretario di quell’ANPI provinciale fino al 1957.
La moglie di Massai, Elsa Becheri, che prima ancora di sposarlo, lo affiancò in molte azioni con altri gappisti, in occasione di un incontro sulla Resistenza in Toscana ha consegnato al Centro di documentazione di Pistoia una autobiografia del marito che è stata pubblicata col titolo “Autobiografia di un gappista fiorentino