Cesare Pozzi
Col nome di battaglia di "Fusco", è stato uno dei maggiori protagonisti della Resistenza nell'Oltrepo pavese. Durante la Seconda guerra mondiale era stato mobilitato, come sergente capo marconista, sul Fronte occidentale e poi su quello libico-egiziano. Dopo l'8 settembre 1943 tornò a Montù Beccaria, dove abitava, e organizzò in Val Versa un primo gruppo di partigiani, che concentrò i suoi attacchi contro i presìdi fascisti della zona. L'azione del gruppo di "Fusco" valse a sottrarre i giovani alla leva di Salò e a difendere le popolazioni dei piccoli centri collinari. Il 19 giugno 1944 due suoi uomini caddero nelle mani della GNR di Montù. "Fusco" attaccò la caserma, liberò i prigionieri e si impossessò di molte armi e munizioni dei fascisti, che gli servirono quando, il mese dopo, diede l'assalto alla caserma di Borgonovo Val Tidone. Un colpo dopo l'altro, i partigiani di Cesare Pozzi si aggregarono, infine alla Divisione Matteotti "Barni" (dal nome di un antifascista che - sfuggito all'eccidio di Piazzale Loreto, a Milano - era passato a lottare nell'Oltrepo, dove sarebbe caduto combattendo valorosamente), che pur inquadrata nella Divisione garibaldina "Aliotta", si sarebbe battuta in autonomia. Nel suo libro La traversata, Paolo Murialdi così ne ha raccontato: "...i distaccamenti matteottini, invece, ostentano un disordine quasi zingaresco ma sono già conosciuti per il coraggio. A cominciare dal comandante della brigata, Fusco, che è temerario...". Sono numerose e ampiamente ricordate nei molti volumi sulla Resistenza oltrepadana, le azioni di cui sono protagoniste le formazioni di "Fusco": dai colpi di mano contro i nazifascisti nei centri abitati, compresa Stradella, ai duri scontri per la difesa del Passo del Carmine nei giorni drammatici del grande rastrellamento di fine '44, alla famosa "battaglia delle Ceneri" del febbraio 1945, che segna l'inizio della riscossa partigiana sino alla Liberazione.
A.C.