Cino Macrelli
Militante repubblicano, negli anni precedenti la Prima guerra mondiale fu eletto consigliere comunale di Cesena e poi consigliere provinciale di Forlì. In quel periodo diresse a Cesena un giornale intitolato Il Popolano e allo scoppio del conflitto si arruolò volontario. Ferito e preso prigioniero, alla fine delle ostilità fu eletto (era il 1919), deputato. Rieletto nella Legislatura successiva fu “aventiniano” e nel novembre del 1926 fu tra i deputati dichiarati decaduti dalla maggioranza fascista della Camera. Durante il regime mussoliniano subì persecuzioni, fu sottoposto a sorveglianza speciale e, infine, condannato al confino. L’8 settembre 1943, entrato nella Resistenza, Cino Macrelli fece parte del CLN e dopo la Liberazione fu designato sindaco di Cesena. Eletto alla Costituente, l’esponente repubblicano era entrato come ministro senza portafoglio nel secondo Governo De Gasperi. Senatore di diritto dal 1948 al 1963, fu poi rieletto alla Camera. Deceduto nel corso del mandato, al suo primo sindaco dopo la Liberazione, la cui oratoria era molto apprezzata dai concittadini che affollavano i suoi comizi, Cesena ha intitolato una piazzetta. Porta il nome di Cino Macrelli anche un Istituto professionale statale della città romagnola.