Clarice Boni Burini
Staffetta e partigiana combattente (col nome di copertura di "Tina"), della 76ma Brigata SAP "Angelo Zanti" dall'armistizio alla Liberazione, fu catturata durante la lotta clandestina dalla polizia fascista. Portata a Villa Cucchi, resistette a tremende sevizie.
È stata decorata con la seguente motivazione: "Giovane partigiana, animata da profondo spirito patriottico, volle partecipare direttamente alla guerriglia contro i nazi-fascisti, operando in una brigata di pianura .... Ricoprì incarichi di comando riaffermando doti di eccezionale capacità e coraggio. Ricercata e braccata dalla polizia fascista, non abbandonò la lotta, ma la intensificò. Catturata, imprigionata e sottoposta alle più atroci sevizie: con le carni bruciate, con le membra contuse, seppe resistere alle ferite, alle violenze, alla fame, con indomita fierezza, degna del puro eroismo partigiano. Esempio luminoso di sacrificio, di eroismo, attaccamento alla causa della liberazione nazionale".