Cristoforo Astengo
Aveva combattuto nella prima guerra mondiale, meritando due medaglie d'argento al valore. Antifascista, era amico di Alessandro Pertini, che lo chiamava "Cristofin", ed aveva militato con Riccardo Bauer ed Ernesto Rossi in "Giustizia e Libertà". Dopo l'8 settembre 1943, fu tra i primi organizzatori della Resistenza in Liguria e delle bande partigiane in Val Casotto. La sera del 25 ottobre, l'avvocato stava tornando, in treno, proprio da una missione nella Valle. Vinto dal sonno, Astengo non si accorse che il convoglio aveva superato la stazione di Santuario, dove sarebbe dovuto scendere. Scese, così, alla stazione di Savona, dove fu riconosciuto dai fascisti.
Subito arrestato, l'avvocato fu tradotto alle carceri di Savona. Era il 25 ottobre. Pochi giorni dopo Astengo fu trasferito a Genova, prima alla "Casa dello studente", dove fu sottoposto ad un durissimo interrogatorio, e poi alle carceri di Marassi. Qui l'avvocato era rinchiuso quando, il 23 dicembre, in via XX Settembre, l'esplosione di una bomba provocò la morte di sette persone, tra le quali un ufficiale tedesco. I fascisti riportarono subito l'avvocato a Savona e quattro giorni dopo, senza che gli fosse imputato alcunché, lo fucilarono, con altri sei patrioti, al forte detto della Madonna degli Angeli. Per protestare contro l'eccidio, gli operai di Savona e di Vado Ligure riuscirono ad effettuare uno sciopero, sia pure breve. A Cristoforo Astengo sono state intitolate, a Savona, una strada e una scuola elementare.