Dario Polletti
Chiamato per il servizio di leva nel 1935, è inviato a Ferrara nel 9° Reggimento cavalleggeri. In quello stesso anno si sposa con Modesta Rossi, in attesa del primogenito. Dopo la ferma di 28 mesi, Dario Polletti viene richiamato nel '40 ed inviato al Nord. Nell'Esercito svolge funzioni di portaordini e, dopo l'otto settembre 1943, con una moto, un commilitone di Sesto Fiorentino e una tanica di benzina, affronta il viaggio dal Trentino verso casa. A Modena, abbandona la motocicletta, diventata troppo appariscente nelle strade ingombre di tedeschi e, in abiti civili procurati da un contadino, prosegue il viaggio conservando la propria arma. Dopo cinque giorni raggiunge Firenze e da qui Levane da dove, nascosto nel carro di un contadino, riesce ad arrivare a casa. Qui era atteso da Modesta, che all'epoca aveva già i suoi cinque figli, il più piccolo, Gloriano, nato proprio nel 1943. Dario ignora il richiamo alle armi nella Repubblica di Salò e si unisce ai partigiani che operano fra la Valdambra e la Valdichiana. È spesso a Solaia, dove Modesta, oltre ad accudire i cinque figli, trasforma la propria casa nella Val di Chiana in un vero e proprio punto di riferimento per i combattenti: in casa Polletti-Rossi si possono trovare alloggio, cibo, riposo ed amicizia. Modesta non si limita alla sola "sussistenza": come staffetta, percorre chilometri e chilometri, a piedi ed in bicicletta, talvolta portando con sé il piccolo Gloriano. Finché, il 29 giugno 1944, Modesta e Gloriano vengono massacrati dai tedeschi. Nel dopoguerra Dario si risposa, anche per dare una madre ai figli rimasti. Muore, ormai vecchio, nel suo paese natale.