Dino Merlo
Lavorava come operaio calzaturiero a Castelnuovo Scrivia, dove la sua famiglia si era trasferita. Attivo antifascista, nel 1938 (in compagnia di Laura Sarzi, che si trovava in quelle zone con il teatro ambulante diretto dal padre), il ragazzo si recò a Pavia per diffondervi materiale di propaganda contro il regime. Dino Merlo si trovava ad Asti per assolvere agli obblighi di leva, quando fu annunciato l'armistizio. Riuscì a sottrarsi alla cattura da parte dei tedeschi e a tornare a casa. Intorno a lui, nel mese di ottobre, si riunirono giovani ex militari, che costituirono il nerbo del gruppo di patrioti castelnovesi che sarebbero affluiti nella 108ma Brigata Garibaldi "P. Rossi", nella "Po-Argo" e nella "Arzani" della Divisione "Pinan Cichero". Partigiano con il nome di copertura di "Picchio figlio", Dino Merlo cadde nelle mani dei nazifascisti nel corso di un'azione. Riuscito a liberarsi e a raggiungere in montagna i sui compagni della "Arzani", ebbe sino alla Liberazione importanti incarichi nella formazione. Nel dopoguerra si era trasferito prima a Valenza e poi a San Remo. Ha lasciato un interessante diario di vita partigiana.