Dionigi Tortora
Lavorava presso i Servizi tecnici del Comune di Roma quando, nel luglio del 1940, fu chiamato alle armi come ufficiale di complemento d'Artiglieria. Mandato in Albania, Tortora, l'8 settembre 1943, si trovava a Tirana, al comando del 13° Raggruppamento artiglieria G.a.F. All'annuncio dell'armistizio, per non consegnarsi ai tedeschi, Tortora convinse i suoi uomini a seguirlo in montagna e a resistere con le armi in pugno. Cadde due mesi dopo, combattendo contro preponderanti forze tedesche, ma consentendo al grosso del suo reparto di sganciarsi.
La motivazione della decorazione alla memoria dell'ingegner Tortora dice: "Ufficiale di elevati sentimenti militari, conscio che il sacrificio della sua vita avrebbe salvato un intero presidio partigiano dalla cattura da parte del nemico, si batteva con supremo coraggio e valore alla testa dei suoi uomini che, animati dal suo esempio, strenuamente difendevano e mantenevano la posizione, dando modo al grosso di ripiegare. Ferito una prima volta, rifiutava ogni soccorso e continuava nell'eroica resistenza, finché nel folto della mischia cadeva colpito a morte gridando: " Viva l'Italia! ". Fulgido esempio di eroico valore".
Al suo ex funzionario, il Comune di Roma ha intitolato una via.