Domenico Ciufoli
Prima dello scoppio della guerra 1915-18, aveva lavorato come manovale nelle officine siderurgiche Kuntauge, in Lorena. Durante il conflitto il giovane era stato mobilitato. Finita la guerra, aveva cominciato a lavorare come boscaiolo. Sin dalla sua fondazione, Ciufoli era entrato nel Partito comunista e, quando era stato costretto a emigrare in Belgio (per sottrarsi alle persecuzioni dei fascisti), divenne a Bruxelles redattore del foglio Il riscatto. Passato in Lussemburgo ed espulso per la sua attività politica, Ciufoli si trasferì a Marsiglia, dove diresse altri periodici antifascisti. Sposato con Adele Bei, rientrò più volte clandestinamente in Italia per organizzarvi la lotta antifascista. Nel 1931 fu chiamato a far parte del Comitato centrale del suo partito. Segretario dei Gruppi comunisti italiani in Francia, Ciufoli fu delegato al VII Congresso dell'Internazionale comunista. Allo scoppio della seconda guerra mondiale fu arrestato a Parigi e condannato dal Tribunale militare a 4 anni di reclusione. Deportato dai tedeschi nel lager di Buchenwald nel gennaio 1944, l'antifascista italiano fu tra i dirigenti dell'organizzazione clandestina di resistenza all'interno di quel campo, ne presiedette il comitato di liberazione e fu tra gli animatori dell'insurrezione armata dei deportati superstiti, che si liberarono prima ancora dell'arrivo delle truppe anglo-americane. Nel dopoguerra Domenico Ciufoli fu eletto alla Camera come deputato del PCI nella I Legislatura e, sino al 1950, fu segretario regionale del Partito comunista nelle Puglie.