Salta al contenuto principale

Domenico Pennestrì

Nato a Reggio Calabria nel 1899, fucilato a Porto Edda (Albania) il 5 ottobre 1943, ufficiale, Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.

Aveva combattuto nella Prima guerra mondiale ed aveva successivamente prestato servizio in Eritrea e in Libia. Nel 1943, col grado di tenente colonnello, si trovava in Albania al comando del 129° Reggimento fanteria. Dopo l'armistizio, Pennestrì si unì ai partigiani locali nella lotta contro i tedeschi. Fatto prigioniero col suo reparto decimato, l'ufficiale fu fucilato. La motivazione della ricompensa al valore ricorda: "Comandante di battaglione, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, guidava, con grande perizia e noncurante del pericolo, i propri uomini nella dura guerriglia contro i nazisti. Circondato e catturato dopo aspra resistenza, con il reparto decimato per le gravi perdite subite, veniva condannato a morte. Allo scopo di salvare i suoi gregari, al comandante tedesco dichiarava di essere il solo responsabile della condotta del suo reparto e quindi l'unico colpevole da fucilare. Davanti al plotone di esecuzione teneva contegno fiero e dignitoso. Colpito a morte da una raffica di mitragliatrice, trovava ancora la forza di gridare: «Viva l'Italia!»". Al tenente colonnello Domenico Pennestrì è stata intitolata una via di Roma.

_