Domenico Sportelli
Richiamato alle armi dopo che aveva concluso il servizio militare, non rispose alla chiamata dei repubblichini e, lasciata la sua casa, raggiunse sull'Appennino i garibaldini della XXXVI Brigata, della quale facevano parte molti suoi concittadini e che avrebbe poi preso il nome proprio di un imolese: il professore di violoncello Alessandro Bianconcini. Comandante di una squadra di partigiani, Sportelli li guidò abilmente tra la Toscana e l'Emilia sino a che, il 27 settembre del 1944, i garibaldini non furono investiti da un imponente spiegamento di paracadutisti tedeschi affiancati dalle SS. Nei furiosi scontri che ne seguirono, Sportelli fu ferito. Rimasto intrappolato con pochi dei suoi in una casa colonica, non poté sganciarsi come il grosso del reparto che, quasi impossibilitato a muoversi evitò di seguire per non mettere in difficoltà i suoi compagni. Rimasto in un casolare dove giacevano già sei feriti, Sportelli fu eliminato dai nazisti, a colpi di pistola, con gli altri patrioti.