Don Edoardo Marzari
Laureato in Lettere all'Università Gregoriana, nel luglio del 1932, era stato ordinato sacerdote. Don Marzari era poi diventato docente di filosofia nel Piccolo Seminario Diocesano di Capodistria e direttore dell'Istituto Cattolico di Attività Sociale giuliano. Di idee democratiche, il sacerdote fu animatore dell'Azione Cattolica di Trieste e diresse il settimanale Vita Nuova sino a che, nel 1939, fu costretto a lasciarlo perché aveva pubblicato un articolo che non era piaciuto ai fascisti. Dopo la fine del regime, don Marzari divenne il leader della Democrazia Cristiana triestina e come tale, dopo l'armistizio, entrò nel Comitato di Liberazione Nazionale di Trieste. Nominato presidente del CLN il 13 giugno 1944 – dopo che il primo Comitato era stato, nel dicembre precedente, praticamente annientato dai nazifascisti – il sacerdote diede un grande contributo nell'organizzazione delle formazioni della Resistenza e nel loro rifornimento in armi, denaro e viveri. Don Marzari seppe anche superare, nello spirito della comune lotta contro il nemico, le frizioni con i partigiani comunisti, maggioritari in quella zona di confine. Nel febbraio del '45, il presidente del CLN cadde nelle mani dei fascisti della "banda Collotti". Rinchiuso nel carcere del Coroneo, l'esponente della Resistenza giuliana fu inutilmente interrogato e torturato dalle SS. La sua sorte pareva ormai segnata, ma la sera del 29 aprile, i partigiani della Brigata Ferrovieri riuscirono a liberarlo. Il mattino dopo (come ricorda una lapide che, il 9 settembre 2004, il Presidente della Regione, Riccardo Illy, ha inaugurato in piazza Dalmazia), fu don Marzari a ordinare, dalla Prefettura, l'insurrezione che avrebbe portato alla liberazione di Trieste dai nazifascisti. Nel giugno del 1945, il sacerdote fondò la Camera del Lavoro di Trieste e fu il primo segretario della CGIL triestina. Fu anche tra i fondatori del Circolo della Cultura, dell'Università popolare, della Lega nazionale e delle ACLI. Per le idee progressiste di don Edoardo Marzari (che aveva fondato l'Opera Figli del Popolo, per assistervi laicamente ragazzi bisognosi), nel 1955 il vescovo di Trieste gli intimò di lasciare la città. Il sacerdote ubbidì e si trasferì a Roma, ma due anni dopo, tornato a Trieste, vi restò, continuando nel suo apostolato sociale sino alla morte. Al nome di don Marzari sono intitolate scuole per l'infanzia; su di lui sono stati scritti libri. Nel 2004, il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, ha concesso alla memoria del sacerdote, la Medaglia d'oro al merito civile con questa motivazione: "Fra le figure più rappresentative dell'antifascismo cattolico, sempre ispirato, nell'insegnamento e negli scritti, ai valori della libertà e della democrazia, aderiva con instancabile e appassionato impegno alle formazioni di Liberazione nazionale. Arrestato e torturato dai nazifascisti, fu liberato e, quale presidente del CLN di Trieste, il giorno 30 aprile 1945, guidò i concittadini nell'insurrezione contro l'oppressore nazista. Preclaro esempio di alto senso civile e di amor patrio".