Don Raimondo Viale
Prese pubblicamente posizione contro il fascismo e la guerra sul foglio parrocchiale che dirigeva, tanto che i fascisti ne soppressero le pubblicazioni. Dopo l'inizio della Seconda guerra mondiale, tenne una predica che gli valse l'arresto e la condanna a quattro anni di confino ad Agnone (Campobasso). La condanna gli fu, dopo quindici mesi, condonata, ma il sacerdote, tornato nella sua parrocchia, continuò coerentemente il suo apostolato di pace, tanto che dovette subire nuovi attacchi dalle autorità fasciste di Cuneo. Dopo l'8 settembre 1943, si adoperò (a rischio della vita), per salvare ebrei stranieri che, dalla Francia, avevano cercato rifugio nelle vallate del Cuneese. Don Viale non mancò di aiutare anche i militari, prigionieri e poi sbandati, della Quarta Armata e i partigiani della zona, tanto che nell'agosto del 1944 fu costretto a darsi alla clandestinità. Don Viale (al quale, nel 2000, è andato il riconoscimento di "Giusto tra le Nazioni"), è il protagonista del libro di Nuto Revelli Il prete giusto, edito da Einaudi nel 2004. Di lui si dice anche nel volume di Franco Giannantoni e Ibio Paolucci, pubblicato nel 2008, La bicicletta nella Resistenza: storie partigiane. Una piazza di Borgo San Dalmazzo porta il nome di don Raimondo Viale.