Don Roberto Angeli
Dopo l'8 settembre 1943 rappresentò i "cristiano-sociali" nel CLN di Livorno. Svolse soprattutto attività d'assistenza morale e materiale per i partigiani e s'adoprò per procurare nascondigli agli ex prigionieri alleati. Don Roberto curò anche la redazione di un giornale clandestino, Rinascita, e con suo padre, tenne i collegamenti con il CLN di Firenze e col Fronte militare clandestino di Roma.
Caduto nelle mani della polizia germanica mentre si trovava nel rione Montenero di Livorno, il 17 maggio 1944 il sacerdote fu portato a Firenze, al comando delle SS di Villa Triste, e qui sottoposto a durissimi interrogatori, dai quali i nazisti non trassero notizia alcuna. Così, per don Angeli, cominciò la trafila dei campi di concentramento: prima Fossoli, poi Bolzano, quindi il lager austriaco di Mauthausen. Nel novembre del 1944, per don Roberto e per altri centinaia sacerdoti di varia nazionalità, la partenza per Dachau. L'arrivo delle truppe americane consentì al sacerdote di salvarsi e di tornare in Italia. Era il 30 maggio 1945.
Nel dopoguerra don Roberto Angeli fu nominato canonico del Duomo di Livorno e, sino al 1959, diresse il settimanale cattolico Fides.