Donato Sanità
Di origini contadine, nel 1938 si era arruolato nell'Esercito, conseguendo il grado di sergente maggiore. Durante la Seconda guerra mondiale, Donato Sanità era stato mobilitato prima sul Fronte occidentale e poi su quello russo. Tornato in Italia sul finire del 1941, il giovane era diventato paracadutista e, assegnato alla Divisione "Folgore", combatté in Africa settentrionale, ottenendo due Medaglie d'argento, due Croci al valore e la promozione ad "aiutante di battaglia". Si trovava a Viterbo (per malattia era stato assegnato al Deposito), quando fu proclamato l'armistizio. Passato al 185° Btg paracadutisti "Nembo" del Corpo Italiano di Liberazione, Sanità era stato assegnato al Servizio Informazioni Militari presso lo Stato Maggiore Generale. Per le azioni compiute in questi frangenti, Donato Sanità è stato decorato di Medaglia d'oro con questa motivazione: "Sottufficiale animato di ardentissimo amor di Patria, da elevato spirito di sacrificio e da assoluta dedizione al dovere, aveva già ottenuto una promozione ad aiutante di battaglia per merito di guerra, due medaglie d'argento e due croci al valor militare. L'8 settembre 1943 lo trovò nella zona di Viterbo in cattive condizioni di salute per i gravi disagi sofferti. Chiaritasi la situazione, attraversando la linea di combattimento, raggiunse il territorio liberato per continuare a servire la Patria. Si offriva quindi volontario per una rischiosa missione di guerra in territorio italiano occupato dai tedeschi. Malgrado i disagi e le difficoltà di ogni genere con ammirevole ardimento e somma accortezza, assolse brillantemente il compito assegnatogli. Si accingeva quindi ad attraversare le linee, ma sorpreso e ferito da una pattuglia tedesca e travolto poi da una mina rimase alcuni giorni tra vita e morte. Soccorso infine e sottoposto all'amputazione della gamba sinistra e del piede destro sopportò le gravissime sofferenze con sereno stoicismo. Giunte nella zona (di Chieti NdR) le truppe liberatrici, agli ufficiali che lo visitavano, immemore del sacrificio della fiorente giovinezza, manifestava una sola speranza, chiedeva un solo premio: servire la Patria, servirla ancora, devotamente. Fulgido esempio di completa dedizione al dovere". Posto in congedo assoluto nel marzo del 1948, Donato Sanità si trasferì a Cava dei Tirreni e qui, nel 1959, fu eletto consigliere, impegnandosi nell'amministrazione del Comune del Salernitano. Sanità era sposato con Rosa Carbone; la moglie, dopo la scomparsa del marito, si è trasferita in provincia di Milano, a Cascina de' Pecchi.