Egisto Cagnoni
Attivo sin da ragazzo nel Circolo socialista di Broni, il suo impegno a fianco dei contadini della Lomellina lo indusse, nonostante fosse di famiglia benestante, ad interrompere gli studi di giurisprudenza che aveva intrapreso a Torino. Il 1902 lo vede a Mortara, segretario della Federazione proletaria di Lomellina; il 1904 è in Svizzera, dove è riparato per sfuggire all'arresto. Un'amnistia gli consente di tornare in Italia, nel 1908, e di rimettersi alla testa delle leghe contadine. Deputato socialista nel 1913, si batte contro l'intervento dell'Italia nella prima guerra mondiale ed è sindaco di Mortara negli anni del conflitto. Rieletto alla Camera nel 1919 (è intanto entrato nella Direzione del PSI), è riconfermato nel 1921. Dal 1918 al 1922, Cagnoni è anche segretario della Camera del lavoro di Pavia e, in questa sua veste, è oggetto di numerose aggressioni squadristiche. Per salvarsi, è costretto a rifugiarsi a Milano, dove vive in grandi ristrettezze durante gli anni del regime fascista. Dopo l'8 settembre 1943, Cagnoni torna all'attività politica in provincia di Pavia e, nonostante la non più giovane età, prende parte alla Resistenza. Arrestato dai nazifascisti nell'aprile del 1944, viene internato a Fossoli e nel mese di giugno è deportato a Mauthausen. Resta nel Lager cinque mesi, poi viene trasferito al castello di Harteim. Vi morirà nella camera a gas.