Elena Fischli Dreher
È stata la prima donna in Italia ad aver ricoperto un incarico pubblico dopo la Liberazione: assessore all'Assistenza e Beneficenza a Milano. Gianni Verdoliva è andato ad intervistarla per l'Unità, a Zurigo, dove abita, alla vigilia del novantesimo compleanno. Nonostante la veneranda età, è ancora impegnata nel movimento delle donne per la pace, e ricorda come "una cosa meravigliosa, un'esperienza unica" il periodo vissuto lottando contro i fascisti e gli occupanti tedeschi. Di famiglia valdese, Elena aveva dovuto interrompere gli studi perché non era iscritta alla "gioventù fascista" e quando si era messa a lavorare perdeva il posto, appena le sue idee politiche venivano scoperte. Si era così avvicinata alla Resistenza in modo naturale e nel novembre del 1943, data di nascita dei "Gruppi di difesa della donna", si era dedicata anima e corpo al movimento, che ha contato 23 donne fucilate, 2.750 deportate, 4.630 torturate e condannate, "nessuna delle quali - ha rilevato con orgoglio all'intervistatore - ha mai tradito". Nell'intervista Elena Fischli Dreher, lascia come sullo sfondo gli episodi di cui è stata protagonista, preoccupata di ricordare che sono state 35 mila le donne combattenti che hanno preso parte alla lotta contro i nazifascisti e determinata nell'affermare che "senza l'aiuto delle donne, la Resistenza non sarebbe accaduta". Delle imprese compiute ricorda soltanto come riuscì a non farsi catturare dai fascisti che erano andati a cercarla in ospedale; come da Varese, dove si era rifugiata presso amici elvetici che le proponevano il passaggio in Svizzera come rifugiata politica, era tornata a Milano con i capelli tinti ed una nuova acconciatura; come aveva fatto a liberarsi, durante un rastrellamento, di un plico di documenti compromettenti, "dimenticati" nel cesto di una fioraia e poi recuperati; come era riuscita a trovare un rifugio per Ferruccio Parri presso amici genovesi a Milano, ai quali avrebbe poi mandato un comunicato ufficiale che diceva: "Sono molto lieta di annunciarvi che il vostro ospite di allora è l'attuale presidente del Consiglio". Nel 1949, dopo aver fondato a Milano la prima scuola di Servizio Sociale, Elena si è trasferita stabilmente in Svizzera.