Elio Bettini
Nato in un'aristocratica famiglia originaria di Perugia, aveva scelto la carriera militare e durante la Grande guerra era stato decorato di Medaglia d'argento. Come colonnello comandante del 49° Reggimento Fanteria, Bettini, durante il secondo conflitto mondiale, si trovava in Albania.
Al momento dell'armistizio, per sottrarsi ai tedeschi tentò di raggiungere l'Italia, ma riuscì soltanto a portarsi a Corfù. Qui costituì con i suoi uomini un "gruppo tattico di manovra" che, accanto ai soldati della Divisione "Acqui", si batté validamente contro i tedeschi fino alla resa e alla conseguente fucilazione in massa.
La motivazione della Medaglia d'oro alla memoria del colonnello Bettini recita: "Comandante di valore, per non cedere le armi e mantenere integro l'onore della bandiera si rifugiava dall'Albania a Corfù con parte dei suoi reparti e, nell'isola, in unione alle altre forze del presidio, resisteva strenuamente ai continui bombardamenti e agli attacchi tedeschi, pur conoscendo che nessuno aiuto poteva essergli inviato. Dopo dodici giorni di strenua, impari lotta, sostenuta stoicamente con reparti decimati, veniva catturato dai tedeschi e passato per le armi. Esempio eroico, nelle tristi giornate, di quanto possa il sentimento del dovere e l'amore verso la Patria".
Nel comune di Arezzo ad Elio Bettini hanno intitolato una scuola.