Elio Chianesi
Militante del Partito comunista, nel 1942 fu condannato dal Tribunale speciale a dodici anni di reclusione, per avere, com'è scritto nella sentenza, "diffuso migliaia di manifestini contro il fascismo e contro la guerra". Liberato dopo il 25 luglio 1943, Chianesi fu uno dei primi organizzatori della Resistenza fiorentina. Comandante dei Gruppi d'Azione Patriottica del capoluogo toscano, fu autore di azioni clamorose, tra cui, con Bruno Fanciullacci ed altri gappisti, dell'esecuzione, nell'aprile del 1944, del filosofo filofascista Giovanni Gentile. Fu sempre Chianesi il principale protagonista dell'azione che portò, nel mese di maggio, alla liberazione di Fanciullacci, che era stato catturato dai fascisti e, nel luglio successivo, del colpo, con lo stesso Fanciullacci ed altri, al carcere di Santa Verdiana. Qui furono liberate diciassette detenute antifasciste, tra le quali la gappista Tosca Bucarelli. Una settimana dopo Chianesi, caduto a sua volta nelle mani dei fascisti, fu ucciso dopo essere stato a lungo torturato. La massima ricompensa al valor militare gli è stata concessa con questa motivazione: "Vessillifero della lotta contro l'oppressione, fu tra i primi ad offrire il braccio alla Patria umiliata. Organizzatore dei gruppi d'azione partigiani diresse e partecipò alle più ardite azioni, dimostrando spirito di sacrificio e abnegazione impareggiabili, animando i dipendenti con la fredda determinazione e la indomita temerarietà. Ricercato accanitamente dalla polizia nazifascista, piuttosto che arrendersi accettava un impari combattimento. Più volte colpito, con le carni lacere e sanguinolenti, interrogato e seviziato con sadica ferocia, parlò solo per esprimere dispregio al barbaro nemico. Leggendaria figura di combattente per la libertà, a questa offrì la vita in olocausto". A Roma, una strada è stata intitolata al leggendario comandante dei GAP fiorentini.