Elisa Sala
Col nome di “Anna” era entrata, giovanissima, nella Resistenza. Staffetta della 150ma Brigata GAP “Diomede”, la ragazza manteneva i contatti tra le formazioni dislocate nel territorio della Brianza e quelle della Bergamasca, avventurandosi in bicicletta verso Lecco e le alture sovrastanti. A volte prendeva la strada verso Trezzo sull’Adda, per raggiungere i patrioti con i quali era collegata ad Osio Sotto o andava verso la Val Brembana.
Un giorno, mentre si trovava con i partigiani di un distaccamento di San Giovanni Bianco, “Anna” apprese da un’altra staffetta che i fascisti avevano fucilato a Vimercate alcuni partigiani. Pensò che sua madre non aveva più da tempo sua notizie e decise di rassicurarla tornando a Monza.
Passando da Vimercate tornò a Monza, riabbracciò la famiglia e il giorno 16, convinta di non essere stata notata, decise di recarsi al cimitero per rendere omaggio alla tomba del padre. Sulla strada non fece caso ad un’auto che la seguiva e dalla quale balzarono improvvisamente fuori due individui; scaraventata nella macchina, “Anna” fu condotta alla casa del fascio e sottoposta a un primo pesante interrogatorio.
Trasferita poi alla Villa Reale di Monza, visto che non parlava, fu sottoposta ad atroci torture e, quando era ormai ridotta in fin di vita, fu eliminata con quattro colpi di pistola alla testa. Il mattino del 17 il cadavere martoriato della ragazza fu notato da un passante sulla strada tra Macherio e Sovico, dove i funerali si svolsero alla presenza della madre straziata e di una gran folla proveniente anche dai paesi vicini.
Nel dopoguerra la città di Monza aveva intitolato a Elisa Sala una scuola media, (oggi nell’Istituto Comprensivo “Salvo D’Acquisto” di via Paganini). Alla valorosa staffetta Riccardo Vinciguerra ha intitolato un libro. Porta il nome di Elisa Sala anche la Sezione dell’ANPI di Macherio e Sovico, che nel 2010 ha organizzato una sua celebrazione con i ragazzi della scuola di Monza.