Emilio Canzi
Generosa figura di anarchico, all'avvento del fascismo era stato a capo del "Battaglione Cantarana" degli "Arditi del Popolo" piacentini. Ricercato per l'uccisione di uno squadrista, era riparato clandestinamente in Francia, di dove era passato in Spagna battendosi contro i franchisti nella vana difesa della Repubblica democratica. Consegnato alla polizia italiana, l'anarchico piacentino fu confinato a Ventotene e poi, in Toscana, nel campo di Renicci. Liberato con la caduta del fascismo tornò nella sua terra, dove entrò nella Resistenza. Comandante unico della XIII Zona operativa, si batté, pur contrastato, sino alla Liberazione sull'Appennino tosco-emiliano. Nel settembre del 1945 fu tra i fondatori, a Carrara, della FAI (Federazione Anarchica Italiana). Due mesi dopo sarebbe morto in un incidente stradale, travolto da una camionetta inglese su una via della sua città natale. Per la scomparsa di Emilio Canzi a Piacenza fu proclamato il lutto cittadino e furono chiuse anche le scuole. Tra i tanti messaggi di cordoglio, giunsero alla Città anche quelli del Presidente del Consiglio Ferruccio Parri e dell'allora vice segretario del PSI, Sandro Pertini. A Emilio Canzi il Comune di Piacenza ha intitolato una via.