Enrico Bertani
All'inizio della seconda guerra mondiale era stato chiamato alle armi e mandato, con il I Reggimento d'artiglieria alpina, prima sul fronte occidentale e poi in Jugoslavia. Al momento dell'armistizio il giovane caporal maggiore passò nelle file delle formazioni partigiane, combattendo contro i nazisti nella VI Divisione dell'esercito jugoslavo di liberazione. Catturato dai tedeschi, Bertani fu rinchiuso in un campo di concentramento. Riuscito ad evadere, il giovane militare raggiunse gli italiani della Divisione "Italia", che si era costituita a fianco dell'esercito jugoslavo di liberazione, e il 3 novembre del 1944 fu nominato comandante di plotone del Battaglione "Garibaldi", guidando per mesi i suoi uomini in audaci azioni di guerriglia. Proprio nelle ultime settimane di lotta Bertani fu mortalmente ferito in combattimento, mentre con i partigiani della "Garibaldi" attaccava una munita posizione tedesca. Nella motivazione della ricompensa al valore, si ricorda che "conscio della propria fine, rifiutava ogni soccorso e chiedeva insistentemente che il suo corpo fosse buttato fuori del camminamento per non intralciare l'avanzata dei compagni".
Nel primo dopoguerra, anche il governo della allora Repubblica Popolare Jugoslava conferì ad Enrico Bertani una decorazione al valore.