Enrico Bucchioni
Da ragazzo aveva mostrato una spiccata inclinazione per l'arte e la letteratura. Fervente cattolico, diplomatosi maestro, si dedicò all'insegnamento nella scuola elementare del suo paese. Dovette allontanarsene per la chiamata alle armi. Sorpreso dall'armistizio a Perugia e riuscito fortunosamente a tornare a casa, Bucchioni si impiegò come addetto ai telefoni presso l'Arsenale militare della Spezia. Qui cominciò a svolgere propaganda antifascista, ma durò poco. Precettato, col fratello Piero, per l'arruolamento nell'esercito della RSI, si diede con lui alla macchia. I due giovani si unirono alla formazione partigiana attestata sopra Ponzano Magra, sul Monte Grosso. Enrico, che aveva assunto il nome di battaglia di "Mameli", ebbe modo di distinguersi tanto che, dopo il pesante rastrellamento nazifascista del 3 agosto 1944 (che aveva scompaginato l'organizzazione partigiana nella zona), "Mameli" ebbe dal CLN di La Spezia l'incarico di tornare a Vezzano per organizzarvi la Resistenza clandestina. Enrico Bucchioni si mise all'opera e (come segretario, di orientamento comunista, del CLN del paese), si occupò dell'attività di propaganda, di avviare i giovani in montagna e di realizzare azioni di sabotaggio. Incappato in un nuovo maxi rastrellamento, "Mameli" fu arrestato, il 7 dicembre l944, col fratello Piero. Rinchiuso nella ex caserma del 21° Reggimento Fanteria, alla Spezia, il giovane vi fu a lungo interrogato e torturato. Due mesi dopo, un plotone delle Brigate nere lo fucilò per rappresaglia, sulla piazza di Vezzano Basso, insieme al sessantenne Pietro Andreani, che era il presidente del CLN locale. Dopo la Liberazione, nella Piazza del Popolo del Comune spezzino, è stato collocato un bassorilievo sotto il quale, con i ritratti di Andreani e di Bucchioni, è stata posta una lapide che recita: "Qui trucidati dalle brigate nere/per la causa dell'ideale/come sanno cadere i purissimi eroi". Nel 1994, per i tipi delle Edizioni Giacché, Anna Valle ha pubblicato il libro Una storia nostra: Enrico Bucchioni e i partigiani di Vezzano.