Enrico Guido Bocci
Laureatosi in giurisprudenza a Roma nel 1921, Bocci aveva insegnato ad Arezzo e a Pistoia, prima di assumere il ruolo di insegnante all'Istituto commerciale di Firenze, città dove esercitava contemporaneamente l'avvocatura civile. Proprio nel suo studio, nel 1924, si tenne la prima riunione del movimento "Italia Libera", del cui comitato promotore Bocci fece parte con Dino Vannucci, Nello Traquandi ed Ernesto Rossi. Nello stesso anno Bocci partecipò, in casa di Carlo e Nello Rosselli, con Gaetano Salvemini e sempre con Traquandi, alla riunione per la fondazione del "Non mollare", il foglio antifascista clandestino della cui diffusione l'avvocato si fece carico durante gli anni della dittatura. Naturale, quindi, che con l'armistizio, l'avvocato Bocci aderisse con slancio alla Resistenza, malgrado le sue condizioni di cardiopatico e nonostante sapesse di essere tenuto d'occhio dalla polizia fascista. Per mesi Bocci si diede ad organizzare la preparazione di documenti falsi, che consentirono a molti cittadini ebrei e a numerosi ricercati politici di sottrarsi alla cattura.
Ma il meglio di sé l'avvocato, che aveva assunto il nome di copertura di Placido, lo diede sul finire dell'inverno tra il 1943 e il 1944, quando gli fu affidato l'incarico di organizzare a Firenze una stazione radiotrasmittente clandestina collegata con gli Alleati. Aiutato dalla sua segretaria di studio, Gilda La Rocca, "Placido" prese in consegna, durante il mercato di piazza Indipendenza, il materiale per impiantare la ricetrasmittente e lo sistemò in un appartamentino che aveva allo scopo preso in affitto. Di lì "Radio Co.ra." (la sigla sta per Commission Radio), prese a funzionare e i collegamenti con gli Alleati, all'inizio difficoltosi, divennero regolari, nonostante i continui trasferimenti della trasmittente da una casa all'altra, effettuati per evitare che i tedeschi la individuassero.
Dell'attività di Bocci in quel periodo si ricorda un episodio in particolare, che ben dice della sua tempra: l'11 marzo del 1944 la casa scelta per l'ultimo trasferimento dell'impianto radio, in via La Farina, era crollata per un bombardamento; il giorno dopo l'avvocato si presentò sul luogo delle rovine e, nonostante l'area fosse controllata, si mise a scavare tra le macerie e dopo qualche tempo riuscì ad allontanarsi con la trasmittente. I collegamenti con gli Alleati furono poco dopo riattivati e funzionarono sino al 7 di giugno.
Quella sera, erano le 19, al terzo piano dello stabile al numero 12 di piazza D'Azeglio, "Radio Co.Ra." sta trasmettendo: irrompono tedeschi e repubblichini che vi sorprendono Bocci, Gilda La Rocca, Franco Gilardini e Luigi Morandi. Quest'ultimo, nella colluttazione, si impadronisce della pistola di un tedesco e l'uccide, ma anche lui viene abbattuto da una raffica. Tutti gli altri vengono arrestati e, per soprammercato cadono nella trappola Carlo Campolini, Fernando Panerai, Pietro Ghergo e Dante Romagnoli. Tutti vengono rinchiusi a "Villa Triste"- dove li raggiunge il capitano dell'Aeronautica Italo Piccagli, che si è costituito per scagionare gli arrestati - e torturati. Due giorni dopo il capitano Piccagli viene fucilato in località Cercina con Ghergo, Panerai, Romagnoli e con gli antifascisti Anna Maria Agnoletti e Fiorenzo Franco e con un uomo non identificato. Gli altri di "Radio Co.Ra." saranno deportati, ma si salveranno. L'avvocato Bocci sparisce nel nulla, dopo che per altri giorni ancora viene sottoposto a barbare torture.