Enrico Pedrotti
Rinomato fotografo e appassionato di musica e di alpinismo, Pedrotti fu, nel 1926, tra i fondatori del coro della S.A.T. (Società Alpinisti Tridentini), che sarebbe poi stato seguito dalla costituzione di centinaia di cori alpini. L'attività di fotografo la inizio a Trento, a partire dal 1929, con i fratelli Mario, Silvio e Aldo. Nel 1938 si trasferì a Bolzano insieme alla moglie Maria dove aprì da solo uno studio in Via della Mostra.
Dopo l'8 settembre 1943 Enrico Pedrotti entrò nelle file della Resistenza a Molveno (con il nome di battaglia di "Marco"), dando un importante contributo all'attività della "Missione Vital", che dal marzo al dicembre 1944, mantenne i collegamenti radio tra i partigiani del Trentino e gli Alleati, sino a che l'impianto radio non andò fuori uso. Pedrotti cadde nelle mani dei fascisti mentre si trovava a Bolzano e fu rinchiuso in quel campo di concentramento. Resistette alle torture e alle privazioni e, riacquistata la libertà nell'aprile del 1945, decise con la moglie di avere un terzo figlio, dopo i primi due Cristina e Luca, che venne chiamato proprio Marco.
Riprese l'attività di fotografo e continuò a coltivare la passione per l’arte, la musica e i cori alpini. Non a caso, sul sentiero "305" per le ascensioni al Brenta, è stata posta una targa che ricorda Enrico Pedrotti e, altrettanto non a caso, nel centenario della sua nascita il coro della SAT (che è diretto da Mauro Pedrotti), ha tenuto a Bolzano un concerto per Enrico.