Enrico Russo
Giovane metallurgico socialista, nel 1917 divenne segretario della FIOM napoletana. Era membro della frazione massimalista del PSI e come tale, nel 1924, aveva aderito al PCd’I. Dopo l’emanazione delle “Leggi eccezionali” fasciste, Russo riparò in Francia e in Belgio. Qui aderì alla “sinistra comunista” e quando i franchisti attaccarono la Repubblica popolare, accorse in Spagna dove, a Barcellona, organizzò la Brigata “Lenin”.
Con la vittoria di Franco, il passaggio in Francia dove, all’inizio della Seconda guerra mondiale, Enrico Russo fu internato nel campo di Saint-Cyprien e poi consegnato dalle autorità francesi al Governo fascista italiano.
Confinato alle Tremiti, rientrò a Napoli nel settembre del 1943, dopo la caduta di Mussolini.
In Campania Russo si adoprò per la costruzione della Confederazione Generale del Lavoro Meridionale con comunisti e socialisti e fondò una Federazione comunista dissidente, contrapposta a quella ufficiale del PCI. Quando a Roma, nel giugno del 1944, nacque la CGIL Russo e i suoi compagni vi aderirono, ma costituendosi in un “Comitato della sinistra sindacale”, che ebbe vita breve.
Nel 1948 l’irrequieto dirigente sindacale seguì Saragat nella scissione del PSI, ma si ritirò presto dall’attività politica.