Enrico Zuddas
A diciannove anni si era arruolato nell'Arma e nel 1938 era diventato istruttore alla Legione carabinieri di Roma. Al momento dell'armistizio era entrato nell'organizzazione clandestina dei carabinieri e si era subito impegnato in azioni molto rischiose contro i tedeschi. Poco prima della liberazione della Capitale, il brigadiere (che aveva l'incarico di scortare il capo di stato maggiore del Fronte della resistenza), accortosi che due agenti della polizia nazifascista stavano per catturare l'ufficiale, li abbatté a colpi di pistola. Enrico Zuddas fu, a sua volta, gravemente ferito.
Trasportato al "Santo Spirito", il brigadiere, come ricorda la motivazione della massima ricompensa al valore, "isolato in una tetra corsia di ospedale e guardato a vista dagli sgherri teutonici, sopportava con ammirevole stoicismo il dolore delle ferite, in seguito alle quali decedeva con la fierezza del soldato conscio di aver compiuto il proprio dovere fino all'estremo sacrificio".
Poco dopo il ferimento di Zuddas, gli Alleati sarebbero entrati a Roma, che al valoroso brigadiere ha intitolato una strada. A Zuddas sono state anche dedicate la Scuola media del suo paese natale e la caserma di Cagliari sede del Comando regionale dei carabinieri.