Enzo Giovanni Caffer
Quando il fratello Dario, più vecchio di un anno e arruolato nel 1° Reggimento artiglieria, decise, al momento dell'armistizio, di darsi alla macchia, Enzo lo seguì. I fratelli Caffer furono tra i primi ad arruolarsi nella Divisione autonoma partigiana "Val Chisone" e si distinsero partecipando a numerose battaglie e azioni contro i nazifascisti. Il nome di Enzo divenne leggendario e il ragazzo fu presto nominato commissario di Battaglione. Cadde per proteggere una manovra di ripiegamento dei partigiani, durante un massiccio rastrellamento compiuto da reparti tedeschi e fascisti. La Medaglia d'oro alla memoria di Enzo Caffer ha questa motivazione: "Di duro ceppo montanaro, pur non avendo obblighi militari, fu tra i primi nella lotta contro i tedeschi, seguendo l'esempio del suo fratello maggiore, caduto per la libertà. Partecipò a tutti i combattimenti ed il suo nome divenne in Val Germanasca e in Val Perosa simbolo di ogni eroismo ed ardimento. Durante il duro inverno 1943-1944 visse tra i rigori del gelo e stenti inenarrabili, sorretto dall'ardente fede che lo animava e dall'alto spirito di sacrificio, che è patrimonio della nostra gente montanara. Incaricato di cooperare con la sua arma allo sbarramento di una posizione per proteggere una manovra di ripiegamento, veniva mortalmente colpito e rifiutava ogni soccorso pur di non distogliere nessuno dal posto di combattimento. Morì dissanguato, esempio di indomito coraggio e di stoico valore". Poche settimane dopo la morte di Enzo, cadde in combattimento (era il 19 agosto del 1944), anche Dario Caffer, che comandava un distaccamento della Divisione "Val Chisone".