Epimenio Liberi
Aveva partecipato come sottufficiale alla seconda guerra mondiale e, all'armistizio, i suoi sentimenti antifascisti lo spinsero, prima a battersi per la difesa di Roma, a Porta San Paolo, e poi ad entrare nelle file del Partito d'Azione. Aggregatosi alle bande partigiane del Monte Soratte, Liberi cadde nelle mani dei tedeschi qualche giorno prima del Natale del 1943. Tradotto nel carcere di via Tasso, il giovane partigiano vi fu a lungo torturato e poi trasferito a Regina Coeli. Qui Liberi apprese che la moglie, Giovanna, gli avrebbe dato un terzo figlio. Ma lui non l'avrebbe mai visto. Ebbe tempo di parlarne a don Giuseppe Morosini, conosciuto in carcere, e il sacerdote, che sarebbe stato ucciso dai fascisti pochi mesi dopo, scrisse per il nascituro una "Ninna nanna", poi divenuta celebre. Epimenio Liberi fu fucilato alle Fosse Ardeatine.