Ernesta Moroni
Lavorava alla "Bernocchi" di Cerro ed aveva partecipato, con le sue compagne, agli scioperi del marzo 1944 "contro la fame e il terrore". Tanto era bastato perché fosse arrestata dalla polizia fascista, consegnata ai tedeschi e deportata a Mauthausen. Scampata alla morte e trasferita ad Auschwitz-Birkenau, Ernesta Moroni era diventata il n° 74994, numero che a Flossemburg, dove fu trasferita con l'avanzare dell'Armata rossa, divenne il 56574. Per Ernesta Moroni le fatiche e i patimenti cessarono soltanto a Chemnitz quando, nel 1945, gli alleati liberarono i prigionieri di quel campo. Tornata nel giugno del 1945 a Cerro Maggiore, l'operaia (che era socia dell'ANPI locale), per tutta la vita ha sopportato il peso delle sofferenze patite e ha mantenuto il ricordo delle tante sue compagne di deportazione, più sfortunate di lei, "passate per il camino".