Ernesto Borghesi
Studente in Medicina, al momento dell'armistizio era in servizio, come sergente della Sanità, presso l'ospedale militare del Celio. Passò presto nella Resistenza, inquadrato nei GAP della Capitale. Una delle sue prime azioni (era il 19 dicembre 1943) lo vide protagonista, con Marisa Musu, Antonello Trombadori, Franco Calamandrei e Maria Teresa Regard (che sarebbe poi diventata moglie dello stesso Calamandrei), di un attentato al Tribunale militare tedesco di Roma: i gappisti fecero esplodere contemporaneamente tre ordigni, collocati sui davanzali dell'Albergo Flora, che ospitava gli uffici germanici.
Borghesi fu, poi, tra gli autori dell'attacco alla colonna di militari dell'Esercito tedesco in via Rasella. Cadde nelle mani della polizia il 7 aprile 1944, dopo un fallito attentato a Vittorio Mussolini che usciva, robustamente scortato, dalla sua residenza di via Lima. In quella occasione furono catturati, con Borghesi, Marisa Musu e Pasquale Balsamo. I tre gappisti riuscirono a farsi passare per rapinatori maldestri e Borghesi riuscì ad evadere dal carcere di "Regina Coeli".
Per rappresaglia, i tedeschi arrestarono tutta la sua famiglia e incarcerarono il padre Giovanni, la madre Elena Verzoni e la moglie Jole Mancini, che furono ristretti nelle celle di via Tasso sino alla liberazione di Roma.